L’attesa che non conosce tempo: Hachiko, il significato della fedeltà e dell'amore
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| Un attimo rubato, trasformato in caricatura. Io lo restituisco come testimonianza: la gioia non si fotografa, si vive |
Per qualche giorno ho sospeso la pubblicazione dei racconti del dossier Cronache di una persecuzione istituzionale. Non per mancanza di episodi .- purtroppo ce ne sarebbero fin troppi - ma per la necessità di affrontare le probabili “contromosse” già in atto. Queste dinamiche, che si manifestano in forma di provocazioni e diffamazioni, non mi sottraggono tempo tanto per il fatto di doverle sopportare, quanto per la necessità di chiarezza: una difesa preventiva, documentata, che impedisca a tali tentativi di distorcere la mia immagine.
Serio? Solo quando serve. Per il resto, io e i miei Akita ridiamo della vita
C’è chi vorrebbe convincere la gente che, dopo trent’anni di soprusi e provocazioni, io sia diventato un uomo triste, serio, quasi cupo. Una caricatura perfetta per screditare il mio dossier: “poverino, con tutto quello che gli è successo…”.
È grazie alla meditazione, ai mantra e al bhakti yoga che trovo ogni giorno un equilibrio sereno. Un equilibrio che mi permette di affrontare anche i momenti più difficili senza perdere la mia vera natura.
La verità? È che io vivo una realtà meravigliosa. Sei Akita che ogni giorno mi ricordano che la vita è un gioco, un’avventura, un dono. E sì, siamo vittime quotidiane di diffamazioni, induzioni allo stress e provocazioni studiate a tavolino. Ma mentre loro si affannano a costruire scenette da teatro di quartiere, noi ci divertiamo alla grande.
Provano a far leva sulla negatività dei racconti, come se il dolore fosse l’unica lente attraverso cui guardare la mia storia. Ma chiunque abbia visto i miei cani correre, giocare, accarezzare bambini, sa che la nostra realtà è tutt’altro che triste. È ironico, semmai, che chi trama contro di noi finisca per sembrare più serio e cupo di quanto vorrebbe farmi apparire.
Il dossier Cronache di una persecuzione istituzionale non è un diario di lamenti, ma un archivio di verità. E la verità, anche quando racconta soprusi, non toglie gioia: la rafforza. Perché la gioia vera non è assenza di ostacoli, ma capacità di ridere e vivere nonostante gli ostacoli.
Così, mentre qualcuno si ingegna a provocare, noi continuiamo a passeggiare, a scrivere, a raccontare, a ridere. E se la mia espressione seria in una foto diventa “prova” di tristezza, beh… lasciamogliela. Io so che dietro quella serietà c’è un sorriso che non si spegne mai, perché ogni giorno mi basta guardare i miei Akita per ricordarmi che la vita è più forte di qualsiasi diffamazione.
Negli ultimi giorni ho dovuto persino presentare una segnalazione ai Carabinieri e allegare due missive che raccontano episodi concreti: provocazioni in strada, diffamazioni velate, persino un fotografo in mimetica che si nascondeva dietro un obiettivo. Tutto questo non è fantasia, ma cronaca quotidiana che documenta l’altra faccia - quella nera - di chi vorrebbe ridurre la mia immagine a caricatura.
Eppure, nonostante queste scenette da teatro di quartiere, la nostra realtà rimane intatta: sei Akita che vivono con me una vita gioiosa, fatta di passeggiate, risate e complicità.
La diffamazione è il loro gioco. La gioia è la mia vittoria. Il dossier prosegue.
Introduzione al nono episodio – L’omicidio di Stato del sentimento - Le cucciolate e la scomparsa di papà Baba
Ci sono ostacoli che non si dimenticano. Nel periodo delle cucciolate fui costretto a separare il papà e due fratelli dalla famiglia. Non era una scelta, ma un’imposizione: denunce, minacce, pressioni. Tutto per raggiungere un obiettivo che nulla aveva a che fare con il benessere degli animali.
Baba, il papà, non accettò mai quell’allontanamento. Dopo due tentativi di fuga, presumo che si sia lasciato andare. Poco più di un anno dopo morì. Ma in realtà non ci ha mai abbandonato: è diventato la nostra guida spirituale, presenza silenziosa e costante che ancora oggi ci accompagna.
In questo episodio sarò duro. Non tanto per la denuncia, né per il fatto di aver dovuto cedere e rinunciare a ulteriori cucciolate. Sarò duro perché ho lottato per difendere un principio semplice e sacro: un cane, specie un Akita, non lo puoi separare dopo che nasce il sentimento.
La legge, mi disse gelidamente l’avvocato, non tiene conto del sentimento. E io questo lo definisco senza esitazione: un omicidio di Stato.
Baba non è mai morto: è diventato la nostra guida silenziosa, il respiro che accompagna ogni passo, l'anima a cui ho fatto una promessa. La legge può ignorare il sentimento, ma il sentimento non muore. È più forte di qualsiasi norma, più eterno di qualsiasi imposizione.
Questo non è solo un ricordo: è la prova che l’amore e la fedeltà di un Akita sopravvivono oltre la vita stessa. E se la legge ha decretato un “omicidio di Stato”, la verità è che Baba vive ancora, dentro di noi, come luce che nessuna freddezza potrà mai spegnere.
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