L’attesa che non conosce tempo: Hachiko, il significato della fedeltà e dell'amore

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Hachiko davanti alla stazione di Shibuya, ritratto in stile matita colorata. Un volto sereno, un orologio che scandisce il tempo, e un nome che racconta amore eterno.   Introduzione Il design realizzato oggi per il nostro Store porta la memoria di un cane straordinario, di un'anima immensa. La storia di Hachiko è nota in tutto il mondo, ma spesso viene raccontata in modo superficiale, o limitata ad un punto di vista prettamente materiale. In questo articolo intendo offrire un’altra prospettiva: quella di chi sa che l’amore non finisce con la morte, e che la fedeltà è una scelta consapevole e significativa.  Il Racconto La storia di Hachiko ha attraversato il mondo, commosso milioni di persone, e ispirato film, statue e racconti. Ma dietro la narrazione hollywoodiana, esiste una verità più sottile, più silenziosa, più giapponese. È la storia di un Akita che non ha semplicemente “atteso” il ritorno del suo compagno umano, no - Hachiko ha scelto di restare in amore con lui.

👤 Chi sono

Chi sono ...? 

 

Mi chiamono Beppe, sono vegetariano, amo gli animali profondamente, e tutto ciò che nel mondo è bellezza, ma anche perfezione. Pratico quotidanamente il Bakty Yoga da oltre 10 anni, sebbene il percorso per giungere finalmente a questa "meta" è stato lungo ed intenso. Ho sempre preferito costruire il mio cammino anche quando significava cambiare strada, ricominciare, o semplicemente fermarmi a osservare/studiare. Vivo il presente con attenzione e porto nei miei sogni i desideri che alimentano il mio domani. Desideri che si manifestano spesso finché non incontrano ostacoliIn questo blog condivido le esperienze che hanno segnato il mio percorso, affrontando non solo le difficoltà che ne sono derivate, dall'ampliamento della cultura occidentale ricevuta con i suoi limiti, in giovane età, in cui ero immerso fino ai treant'anni, ma anche i momenti straordinari vissuti lungo la strada, l'evoluzione interiore, fino ad arrivare ad oggi, rientrato in Italia con le nuove consapevolezze. Racconterò delle tappe fondamentali della mia vita in Italia e durante i tre anni trascorsi a Londra, co come degli due anni immersi nella bellezza del Brasile. Ho avuto anche la fortuna di visitare altre destinazioni durante un percorso di studi, come il Nepal e il Marocco. Nazioni che mi hanno regalato ricordi particolari, ed anche insegnamenti per quanto riguarda la prima, ma purtroppo sullultima avrei qualche appunto da fare, sebbene si tratta di un paese meraviglioso.

Amo lo sport. Calciatore professionista mancato per una vicenda con il Lancia - allora squadra satellite della Juventus - raggiunsi comunque la Serie C nel calcetto. Anche lì, però, alcuni ostacoli impedirono di proseguire. Sciatore “folle”, pattinatore nato, praticai anche il Judo, ma lo abbandonai per via di scorrettezze dei giudici che non riuscivo ad accettare. E' un'arte marziale meravigliosa ma in questo paese è macchiata da favoritismi, come talvolta succede anche in altri sport. Purtroppo. Poi arrivò lo Yoga, che divenne non solo lo sport principale, ma una filosofia di vita. Perché lo Yoga è una scienza, non una semplice ginnastica: comprende la meditazione, la devozione e tanto altro ancora. E oggi non potrei più farne a meno.

Sul piano lavorativo, iniziai giovanissimo. In pochi anni aprii il mio primo negozio di articoli sportivi, la Freesport a Settimo Torinese, dando forma a un sogno fatto di passione, movimento e libertà. La ristorazione fu la seconda grande passione, nata in modo rocambolesco ma sempre più amata nel tempo. Gestii il mio primo ristorante per quattro anni nel Pinerolese, dove imparai sul campo l’arte del cucinare e del fare la pizza - con le mani, la testa, ma soprattutto con il cuore. Perché anche i farinacei, come tutto, rispondono alle nostre emozioni.

Il cammino mi portò fino in Brasile, dove vissi un’esperienza intensa, ed acquistai anche lì un ristorante. Tornato in Italia, diedi vita a un ristorante per bambini nel centro di Torino: L’isola che non c’è. Un progetto innovativo, accolto con entusiasmo dai cittadini, ma purtroppo bocciato dall’allora amministrazione comunale. Poi tre anni a Londra, dove continuai a esercitare la mia professione e dove ho conosciuto una delle città più belle del continente, anche per la sua caratteristica di ospitare cittadini provenienti da un po' tutto il mondo. Nel mezzo, un percorso di studi mi portò a vivere nove mesi in Marocco e altri cinque in Nepal. Tornai poi per altri tre mesi in Brasile, paese che amo per il clima, i paesaggi meravigliosi e, non per ultimo, per la simpatia dei brasiliani. Infine, il ritorno in Italia, proprio all’inizio di un periodo che aveva spaventato il mondo: la pandemia.

È in quel momento che nasceva una delle realtà più belle della mia vita: Akita Family Love. In passato ho avuto un Siberian Husky, fedele compagno d’avventure per quasi tredici anni, e una dolcissima pastore belga trovata per strada, due amori a quattro zampe che continuano a vivere nel mio cuore. Poi è arrivato Jacky, un’anima speciale, un meticcio tra Pastore Tedesco e Husky. Stava per finire in canile dopo quattro anni passati con una famiglia che, a quanto pare, lo aveva scelto più per la bellezza e il colore celeste dei suoi occhi che non per la consapevolezza delle sue necessità. Un cane così, un mezzo lupetto, richiede mani esperte e una notevole quantità di esercizio fisico per mantenere un eccellente equilibrio psicofisico e per gestire al meglio il suo temperamento forte e determinato.

Jacky restò con me poco più di un anno. Lo portai per tre mesi in Marocco, dove finalmente visse le esperienze che gli erano mancate sin dalla nascita. Cambiò completamente: la sua testardaggine svanì, e divenne un compagno eccezionale, sensibile e fedele. Non aveva più bisogno di guinzagli né di ordini continui: era sempre al mio fianco, pronto per una nuova avventura. Aveva solo bisogno di conoscere qualcosa di più di una casa e un recinto. Di vivere. Quanto agli affidamenti però… neh! Non è mai semplice. Purtroppo, quando il mio cammino mi portò verso il Nepal, dovetti affidare Jacky a un giardiniere di fiducia, affinché potesse continuare a vivere in equilibrio e serenità.

Ora vivo in Piemonte, con un bagaglio culturale che custodisco con discrezione e che mi ha insegnato a guardare il mondo con occhi diversi. Lo porto in silenzio, perché qui il nuovo - il vero, per meglio dire - spesso non viene accolto, ma ostacolato. E diventa facilmente un pretesto per diffamare. Tuttavia in questo blog aprirò la porta anche a questi importanti e meravigliosi argomenti.

Accanto a me vivono sei meravigliose Akita, uniche e speciali: mamma Biba e le sue figlie. Ogni giorno, queste compagne straordinarie mi ricordano il vero significato della parola famiglia. Nonostante parlo quattro lingue, è in quei momenti di silenzio condiviso che scopro la purezza della nostra connessione. Ogni giorno sanno sorprendermi, emozionarmi, regalandomi qualcosa di nuovo e prezioso. Non posso limitarle al ruolo di semplici cani: loro sono la mia famiglia, sono una fonte di ispirazione, sono il mio specchio. Ci divertiamo e giochiamo ogni giorno, a dispetto di chi crede che il mondo non sia un luogo di divertimento.

Questo blog è il mio modo di raccontare e condividere.. celebrare l’amore e la fedeltà dei miei Akita. Oggi lavoro principalmente online, per non allontanarmi da loro.

In conclusione, cosa potrei mai aggiungere a questa prima biografia di vita? Forse che, in fondo, sono sempre stato una persona timida e riservata. Certo, oggi, dopo 53 anni, lo sono un po’ meno, ma quella parte di me mi accompagna ancora. 

Vivo immerso nelle gioie della meditazione, e credo che la bellezza non sia mai dove la mettono gli altri, ma dove la trovi tu. Così come la verità. In questo blog trovi tutto ciò che per me, oggi, è bellezza e verità.


 

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❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️LOYALTY ISN'T JUST A WORD; IT'S THE HEARTBEAT OF AN AKITA ❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️