mercoledì 6 agosto 2025

Pet Therapy - La storia

Akita Family Love Pet Therapy in piazza Castello 
Il rapporto tra esseri umani e animali si radica profondamente nell'epoca preistorica, periodo in cui gli animali venivano utilizzati per svariate esigenze: dal lavoro al sostentamento, fino alla gestione di greggi e mandrie. Con il trascorrere dei secoli, questi compagni di vita, spesso visti come emblemi di energia e forza, hanno iniziato a ricoprire anche ruoli ritualistici, associati a pratiche di guarigione e a cerimonie ludiche, religiose o sacre. Uno dei primi esempi documentati di utilizzo terapeutico degli animali risale al 1792, presso lo York Retreat Hospital in Inghilterra. Qui, lo psicologo William Tuke incentivò l'impiego di piccoli animali nella cura dei pazienti affetti da disturbi mentali. Si osservò che questa pratica migliorava l'autocontrollo e favoriva la creazione di un legame affettivo tra i pazienti e gli animali. Un ulteriore avanzamento si verificò verso la metà del XIX secolo in Germania, nel Bethel Hospital, dove vennero individuati gli effetti positivi dell'interazione quotidiana tra animali domestici come cani, gatti e cavalli e pazienti epilettici o disabili. Un momento cruciale nella storia delle terapie assistite dagli animali fu segnato in Francia nel 1875, quando il medico Chessigne prescrisse per la prima volta l'equitazione come metodo terapeutico per persone con disturbi neurologici. Queste pratiche raggiunsero un livello crescente di riconoscimento nel corso del XX secolo, rivelandosi strumenti validi per sostenere i pazienti nella gestione emotiva e nel miglioramento del comportamento. Nel 1919, all'indomani della Prima Guerra Mondiale, il St. Elisabeth's Hospital degli Stati Uniti introdusse l'impiego dei cani nel trattamento di malati affetti da schizofrenia e depressione. Un'altra personalità fondamentale nello sviluppo di queste terapie fu Boris Levinson, neuropsichiatra infantile che nel 1953 evidenziò i benefici del prendersi cura di un animale come mezzo per alleviare ansia e stress. Levinson notò che tale interazione stimolava il contatto fisico e accresceva creatività e curiosità, soprattutto nei bambini. Celebre è il caso di un bambino autistico che, grazie alla presenza del cane Jingles, mostrò significativi progressi nelle capacità di interazione sociale e raggiunse uno stato di maggiore rilassamento. Questa esperienza spinse Levinson a dedicarsi a studi approfonditi sul tema, culminati nel 1961 con la pubblicazione di *The Dog as Co-Therapist*, testo che formalizzò il concetto di pet therapy. A partire dal 1975, gli psichiatri americani Corson continuarono la ricerca avviata da Levinson con la pubblicazione della *Pet Facilitated Therapy*. Nel 1977 Erika Friedman ampliò ulteriormente il campo d’indagine conducendo uno studio su pazienti con diagnosi di infarto. I risultati mostrarono una connessione positiva tra la presenza di animali domestici e la loro capacità di favorire il rilassamento, contribuendo alla riduzione del rischio di nuovi eventi cardiaci. Infine, nel 1997, in Australia fu istituita la Delta Society, oggi riconosciuta come uno degli organi principali dedicati alla ricerca sull’effetto terapeutico della compagnia animale. ______________________________________________________________________ IN ITALIA - La pet therapy ha iniziato a diffondersi in Italia verso la fine degli anni '80, grazie a iniziative come convegni e conferenze dedicate al tema. Nel 2002 venne redatta la Carta Modena, un documento che sancisce i valori e i principi fondamentali della relazione tra uomo e animale. Questo progetto coinvolse esperti di spicco, enti specializzati e sostenitori dei diritti di entrambe le parti, sottolineando la rilevanza del legame uomo-animale. Il 6 febbraio 2003 fu siglato un accordo tra il Ministro della Salute, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano per promuovere il benessere degli animali da compagnia e l'implementazione della pet therapy. Nello stesso anno, la regione Marche avviò i primi progetti sperimentali legati alla pet therapy, culminati nella fondazione della prima cooperativa sociale dedicata esclusivamente a questa attività, denominata Pet Village. Nel maggio 2005 la regione Veneto rese pubbliche le linee guida sugli interventi assistenziali e terapeutici che prevedevano il coinvolgimento degli animali. Pochi mesi dopo, il 21 ottobre dello stesso anno, il Comitato Nazionale per la Bioetica pubblicò un documento che affrontava le questioni bioetiche relative all'uso degli animali nelle attività finalizzate al benessere e alla salute umana. Tra le direttive di maggiore impatto si segnalano quelle emanate dall'IAHAIO nel 2007, con la stesura delle Linee guida approvate durante l'undicesima conferenza mondiale sulle interazioni uomo-animale svoltasi a Tokyo. Un importante passo avanti venne compiuto con il decreto del 18 giugno 2009, che portò alla creazione di nuovi Centri di referenza nazionali nel settore veterinario, grazie alla collaborazione tra il Ministero del Lavoro, delle Politiche Sociali e il Ministero della Salute. Successivamente, il 25 marzo 2015, fu firmato un accordo tra Governo, Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano per adottare le Linee guida nazionali dedicate agli interventi assistiti con gli animali (IAA), secondo quanto stabilito dal decreto legislativo del 28 agosto 1997. L'evoluzione continuò con la pubblicazione, il 22 luglio 2016, del Piano Nazionale Integrato 2015-2018 da parte del Ministero della Salute. Il documento ribadì l'importanza di promuovere e sostenere gli interventi connessi alla pet therapy mediante collaborazioni e progetti mirati. Oggi gli IAA vengono applicati in una vasta gamma di contesti socio-assistenziali: case di riposo, ospedali, comunità di recupero, centri socio-educativi e riabilitativi, istituti penitenziari, comunità per minori, scuole di ogni ordine e grado, centri di aggregazione per persone con disabilità o affette da disturbi psichiatrici, oltre che ludoteche. Informazioni derivanti da Wikipedia

Nessun commento:

Posta un commento